PROGETTO "ALIMENTAZIONE E ADOLESCENZA"


copertina2

img1

 

L'adolescenza è una fase dell'esistenza caratterizzata da una profonda evoluzione sul piano fisico e ormonale, ma anche psicologico e comportamentale. Le esigenze nutrizionali dei giovani sono influenzate in primo luogo dal picco di crescita che si manifesta alla pubertà. Il picco di crescita si ha generalmente tra gli 11 e i 15 anni per le ragazze e tra i 13 e i 16 anni per i ragazzi.
La crescita corporea è un fenomeno complesso al quale partecipano diversi fattori che ampiamente si integrano, per quanto riguarda gli ormoni che intervengono nella stimolazione della crescita nel periodo giovanile hanno importanza fondamentale: l’ormone della crescita (somatotropo) e gli ormoni tiroidei, che agiscono potenziandosi reciprocamente.

img2

 
Alla luce dei cambiamenti fisici tipici dell’età adolescenziale, il ragazzo è spesso portato ad una erronea autovalutazione della propria immagine corporea con riduzione della stima di sé, fenomeno che frequentemente rappresenta un ostacolo ad un corretto approccio dietetico-educativo.
L’aspetto personale diviene molto importante e molti giovani vengono influenzati dal modo in cui i media dicono loro che dovrebbero apparire per avere successo.
Questo è un periodo in cui si ha un profondo bisogno di indipendenza e autonomia in tutti i campo del vivere, non esclusi i comportamenti alimentari. Le abitudini alimentari, che influiscono sulle preferenze in fatto di cibi, sul consumo energetico e sull’assunzione di nutrienti, si sviluppano generalmente nella prima infanzia e durante l’adolescenza. L’ambiente domestico e quello scolastico svolgono un ruolo essenziale nella definizione del rapporto del bambino col cibo e del consumo dei singoli alimenti.
 

img3

 
Gli adolescenti, oltre ad essere esposti a mode alimentari periodiche e ai trend della magrezza a tutti i costi, sono portati a saltare i pasti e a sviluppare abitudini alimentari irregolari.
A questa età, grazie anche a una certa disponibilità di denaro e a una maggiore libertà di movimento, esistono nella giornata una o più occasioni di compiere scelte alimentari autonome al di fuori dell’ambito domestico. Dato che le mete preferite degli adolescenti sono i bar o i locali tipo «fast food» all’americana, tali scelte si orientano per lo più verso prodotti che, pur essendo pratici e gustosi, sono inadeguati da un punto di vista nutrizionale sia perché troppo ricchi di calorie, di grassi animali e di sali sia perché poveri di amidi, di fibre e di vitamine.

Un altro grosso problema è la sedentarietà: TV, computer, videogiochi, utilizzo di mezzi di locomozione e riduzione del tempo dedicato ad attività fisica.  Lo stress e i turbamenti emotivi possono influire negativamente sull’equilibrio energetico degli adolescenti, determinando un consumo insufficiente o eccessivo di cibo.  Lo stress emotivo è spesso associato a fissazioni alimentari e tendenze dimagranti, che possono entrambe portare a disordini alimentari come l’anoressia nervosa o la bulimia.

img4

Anoressia

 Anoressia letteralmente significa "senza appetito", ma in realtà il malessere è qualche cosa di molto più serio e preoccupante di una semplice inappetenza in quanto può degenerare in una vera e propria repulsione ossessiva nei confronti del cibo; nei casi più gravi può produrre uno stato di pericolosa malnutrizione e anche la morte. L’anoressia può essere conseguente ad alterazioni metaboliche prodotte da malattie di varia natura come gastriti, intossicazioni o alcune forme di tumore ma può anche manifestarsi sotto forma di nevrosi e si parla in questo caso di "anoressia nervosa", detta anche “anoressia mentale”.

img5

 
Oggi è proprio sotto questa forma che si presenta più di frequente. L’anoressia nervosa è comune soprattutto nelle ragazze (l’età più critica va dai 12 ai 25 anni), la stragrande maggioranza delle quali non è sposata (oltre l’85%). Fino ad alcuni anni addietro la malattia era stata sottovalutata pensando che si trattasse di semplice depressione o di un disturbo comportamentale legato all’assunzione del cibo: solo di recente si è compreso invece che si era in presenza di una vera e propria malattia psichiatrica che andava affrontata con terapie molto complesse le quali dovevano coinvolgere sociologi, psicologi, neurologi, dietologi e gli stessi familiari.

La patologia si sviluppa in genere a partire da un’immagine distorta del proprio corpo che si percepisce sempre come inadeguato e, in particolare, costantemente in condizioni di soprappeso. Alcune adolescenti, temendo di non ricevere l’approvazione dagli altri, cominciano allora a rifiutare il cibo e a praticare un esercizio fisico esagerato nel tentativo di bruciare calorie. Il fenomeno è in espansione: se fino a poco tempo fa riguardava solo la categoria sociale medio alta, ora esso investe anche i ceti più bassi. Anche la fascia di età si è notevolmente allargata coinvolgendo, negli ultimi tempi, anche le bambine in età pre-puberale e le donne mature.

img6

  

Bulimia   

  
Un’altra malattia legata al disordine alimentare è la bulimia (letteralmente "fame da bue"). Si tratta di una patologia solo apparentemente opposta all'anoressia, con la quale in realtà ha molte analogie. La bulimia consiste sostanzialmente in un'incontrollabile necessità di ingerire grandi quantità di cibo che poi, però, si tenta di neutralizzare attraverso comportamenti indirizzati a prevenire aumenti di peso. Queste grandi abbuffate creano soprattutto nelle donne giovani, forti sensi di colpa e quindi il bisogno di liberarsi al più presto di tutto ciò che si è ingerito, attraverso le cosiddette “condotte di eliminazione” che consistono nel vomito autoindotto, nell’uso frequente di clisteri e nell'assunzione esagerata di purghe o di altri farmaci
  

L'iperalimentazione, seguita da vomito volontario, era già praticata dagli antichi romani i quali, stravaccati sulle alcove, ingerivano grandi quantità di cibo e di vino che poi vomitavano volontariamente per continuare a mangiare e a bere senza sosta. In realtà, più che bulimici questi personaggi erano dei crapuloni, cioè delle persone che mangiavano e bevevano smodatamente e disordinatamente. La bulimia propriamente detta compare solo alla fine dell’Ottocento sotto forma di nevrosi, associata spesso a casi di anoressia mentale. A differenza dell’anoressia, essa può passare inosservata in quanto non influisce sull’aspetto esteriore delle persone: l'ammalato di bulimia infatti non mostra evidenti modificazioni di peso, perché una sufficiente quantità del cibo ingerito viene comunque assimilato dall’organismo.

Il termine "DIETA" definisce le abitudini alimentari e l'organizzazione di più razioni alimentari nel tempo. Seguire una dieta significa trarre i massimi vantaggi in salute ed efficienza fisica dal cibo

img7

  
Le diete che si discostano dagli standard consigliati dalla scienza ufficiale possono portare serie conseguenze per la salute. Queste si avvertono anche dopo mesi o anni e difficilmente vengono ricollegate con la memoria al modello alimentare sbagliato (osteoporosi, anemia, patologie dell'apparato digerente, calcolosi renale e della colecisti, squilibri ormonali legati a disfunzioni ghiandolari, ecc.). Anche l'eventuale dimagrimento iniziale viene in seguito annullato e ripagato con un peso corporeo spesso superiore a quello iniziale.Una dieta in sostanza è uno stile di vita, un modello alimentare che può essere portato avanti per tutta la vita senza problemi di organizzazione dei pasti e di salute.La cultura alimentare di un popolo è legata all'ambiente geografico e climatico, alle tradizioni e alle condizioni sociali ed economiche.

Il modello alimentare italiano di oggi conserva solo pochi aspetti della vera DIETA MEDITERRANEA che si caratterizzava per una alimentazione composta da cibi naturali, senza additivi o conservanti chimici. Salvo per alcuni prodotti di cui era necessario approvvigionarsi per la stagione invernale (carne di maiale elaborata e conservata o la frutta trasformata in marmellate o mantenuta in cantine ben ventilate), tutto il resto veniva consumato praticamente fresco o nell'arco di qualche giorno.


    

img8

 

Pertanto la dieta mediterranea non è abbondanza di pane e pasta. Uno spazio particolare occupano i legumi. La carne è poca e la preferenza viene data a quella bianca e pesce azzurro. Pochi grassi con utilizzo principale di olio extravergine di oliva. Molta verdura e frutta fresca, inoltre frutta a guscio e vino.

Una ulteriore caratteristica è la grande varietà dei prodotti con la possibilità di abbinare un'infinita varietà di gusti e sapori, adattabili a tutte le esigenze. L'elenco delle ricette è praticamente infinita e si amplia ulteriormente in relazione agli usi e costumi locali.

 
 
 

 

Dieta mediterranea è anche movimento e attività fisica. Il contadino e l'operaio dei decenni passati lavoravano manualmente tutto il giorno e si spostavano per lo più a piedi o con mezzi di locomozione non motorizzati. Pertanto un sufficiente e costante apporto energetico, soprattutto glicidico, diventava indispensabile.


 

La dieta mediterranea in sintesi

GIORNALMENTE

- cereali integrali e tuberi: pane e pasta di frumento integrale, riso, mais, farro, avena, segale, orzo, grano saraceno, patate, ecc.;

- legumi secchi e verdi: fagioli, piselli, ceci, lenticchie, fave, lupini, cicerchie, ecc.;

- frutta (a polpa e a guscio): mele, pere, arance, mandarini, albicocche, pesche, uva, fichi, angurie, meloni, lamponi, fragole, castagne, noci, nocciole, mandorle, pinoli, pistacchi, ecc.;

- verdure e ortaggi: rape, ravanelli, carote, insalate, spinaci, cicorie, crescione, porri, asparagi, finocchi, bietole, carciofi, broccoli, cavoli, ramolacci, ravanelli, pomodori, melanzane, peperoni, zucchine, cipolle, ecc.;

- condimenti: principalmente olio extravergine di oliva. In dosi minori burro, lardo e strutto;

- erbe aromatiche: basilico, timo, maggiorana, origano, aglio, ecc.;

- latte intero di vacca o capra e formaggi;

- vino.
UNA-TRE VOLTE A SETTIMANA

- carne: prevalentemente bianca, quindi di volatili da cortile come pollo e tacchino. Inoltre coniglio, maiale e vitello;

- pesce: in prevalenza azzurro come acciughe, sardine, aringhe, aguglie, sgombri, spatole, ecc.;

- uova: utilizzate anche per la fare la pasta.
CON MINORE FREQUENZA - dolci, miele.

 

img9

 L'alimentazione di tipo mediterraneo contiene mediamente:

- 55-60% di Glicidi dei quali l'80% di glicidi complessi (pane integrale, pasta, riso, mais, ecc.) e il 20% di zuccheri semplici

- 10-15% di Proteine delle quali il 60% di origine animale (carni soprattutto bianche, pesce azzurro, ecc.) e il 40% di origine vegetale (fagioli, ceci, lenticchie e legumi in genere)

- 25-30% di Grassi (olio di oliva in prevalenza, burro, ecc.).

Frutta e verdura di stagione occupano un posto di primo piano per la loro caratteristica di fornire vitamine, minerali, antiossidanti e fibre.

La ripartizione dei pasti si articola normalmente su cinque momenti giornalieri, tre principali (prima colazione, pranzo e cena) e due di sostegno (spuntino di metà mattinata e merenda).


 

I PRINCIPI ALIMENTARI E LA DIETA MEDITERRANEA

img10

GLICIDI

 Sono la principale fonte energetica dell'organismo. Partecipano anche alla costituzione di fattori vitaminici, di sistemi enzimatici, nelle strutture cellulari come il DNA e le membrane delle cellule.

In base alla facilità di utilizzazione e assimilazione si distinguono in:

- Monosaccaridi: glucosio, levulosio, fruttosio, galattosio

- Disaccaridi: maltosio, lattosio e saccarosio

- Polisaccaridi: amidi, glicogeno e fibre.

Per essere assorbiti dall'intestino i disaccaridi ed i polisaccaridi richiedono la scissione fino a monosaccaridi.

Nei muscoli e nel fegato vengono immagazzinati sotto forma di Glicogeno (associazione di più molecole di glucosio), mentre nelle cellule e nel sangue si trovano sotto forma di Glucosio

 

img11

 PROTEINE

Sono importanti per l'anabolismo proteico, soprattutto nella fase di accrescimento e negli atleti che effettuano allenamenti muscolari gravosi.

A seconda della complessità della loro costituzione chimica le proteine possono essere semplici, composte e derivate.La loro provenienza può essere animale (carni, formaggi, latte, uova, pesci) o vegetale (farinacei, verdure, legumi, frutta).

Le unità più semplici che le costituiscono sono gli aminoacidi. Otto di questi sono definiti aminoacidi essenziali, in quanto non sintetizzabili dall'organismo che deve perciò introdurli con l'alimentazione Una dieta mediterranea sana ed equilibrata fornisce a sufficienza tutti i nutrienti e gli aminoacidi necessari.

 

 

img12

 GRASSI

Possono avere sia origine animale che vegetale .Possono presentarsi come acidi grassi saturi e insaturi:

- gli Acidi grassi saturi presentano un legame molecolare è più solido e di difficile scissione nel processo digestivo, quindi di laboriosa digestione ed assorbimento

- gli Acidi grassi insaturi hanno un legame chimico più debole, quindi di più facile digeribilità e assorbimento. Sono contenuti nell'olio di oliva, mais, soia

Alcuni acidi grassi insaturi sono definiti essenziali (acido linoleico, acido linolenico e acido arachidonico) in quanto non sono sintetizzabili dall'organismo che deve necessariamente assumerli con l'alimentazione.


 

img13

  VITAMINE E MINERALI

 Le Vitamine sono indispensabili al mantenimento delle condizioni fisiologiche ottimali dell'organismo. Agiscono come biocatalizzatori (coenzimi) nei processi metabolici dei nutrienti e nei processi energetici. Sono anche dette "alimenti protettivi" in quanto senza di esse le cellule non riescono a costruire il protoplasma ed a liberare energia.

In relazione alla loro solubilità nei grassi o nell'acqua si suddividono in:

- liposolubili: vitamina A, D, E, K;

- idrosolubili: vitamina B1, B2, niacina, acido pantotenico, B6, biotina, acido folico, B12, C.

 

 

I Sali minerali sono essenziali per lo svolgimento di vari funzioni organiche. Sono costituenti fondamentali delle cellule e dei vari tessuti. Fanno parte di enzimi, della mioglobina ed emoglobina, regolano gli scambi osmotici cellulari e l'eccitabilità nervosa e muscolare. Inoltre garantiscono l'equilibrio acido-base del sangue (pH), regolano il metabolismo idrico generale ed il volume del sangue.I principali sali sono: calcio, cloro, ferro, fosforo, iodio, magnesio, potassio, rame, selenio, sodio, zinco, zolfo.


 

img14

 

  L’esercizio fisico e l’attività sportiva sono fondamentali per favorire il pieno sviluppo dell’organismo e per promuovere e mantenere uno stato di salute ottimale sia a breve che a lungo termine. Un’alimentazione corretta ed equilibrata rappresenta il sistema più adatto per soddisfare i particolari bisogni energetici e nutrizionali degli sportivi, sia amatoriali che professionisti, e di tutta la popolazione. Una corretta alimentazione trova la sua espressione in una adeguata e variata combinazione degli alimenti, volta a soddisfare in modo equilibrato il fabbisogno di energia.


 

img15

 
L’attività fisica può dare il miglior contributo nel favorire il pieno sviluppo dell’organismo, nella prevenzione a lungo termine e nella promozione della salute. La dieta ha un ruolo importante anche nello sport: pur non esistendo alimenti miracolosi in grado da soli di migliorare le prestazioni fisiche, si può affermare che, associata ad un allenamento adeguato, consente il massimo rendimento agonistico. Va ricordato che l’attività fisica e un’alimentazione corretta prevengono l’insorgenza dell’obesità; particolare attenzione va rivolta all’obesità infantile che è favorita dalla riduzione del movimento e da un sempre maggior interesse nei confronti della televisione, dei videogiochi e del computer.

 

 


 

Anoressia

Anoressia letteralmente significa "senza appetito", ma in realtà il malessere è qualche cosa di molto più serio e preoccupante di una semplice inappetenza in quanto può degenerare in una vera e propria repulsione ossessiva nei confronti del cibo; nei casi più gravi può produrre uno stato di pericolosa malnutrizione e anche la morte. L’anoressia può essere conseguente ad alterazioni metaboliche prodotte da malattie di varia natura come gastriti, intossicazioni o alcune forme di tumore ma può anche manifestarsi sotto forma di nevrosi e si parla in questo caso di "anoressia nervosa", detta anche “anoressia mentale”.